Corsi attivati dall'UNITRE di Alcamo nell'Anno Accademico 2017 - 2018
Nel mondo dei classici
- essere felici secondo
Epicuro -
Mai si è troppo giovani o troppo vecchi
per la conoscenza della
felicità.
A qualsiasi età è bello occuparsi del
benessere dell'animo nostro.
(Epicuro)
L’uomo continua a porsi da sempre le stesse domande:
Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo?
Cerca risposte esaustive e definitive che però non
esistono.
Infatti se guardiamo con l’occhio della scienza:
cos’è la vita, il cosmo, l’uomo, ridotto a cieca
combinazione di atomi?
Un essere senza speranza, un essere in balia del
dolore.
Eppure Epicuro parte dall’atomismo di Democrito per
costruire un sistema di vita logico e razionale, capace di rendere l’uomo libero
e felice.
Noi troveremo nei due poeti romani due diverse
interpretazioni del suo pensiero alla ricerca della felicità, fine ultimo delle
umane vicende e comunque, nel bene e nel male, volano dell’ esistenza.
LUCREZIO –
interpreta l’epicureismo radicalmente,
vuole insegnare ai romani il segreto della felicità. ... e muore suicida
ORAZIO -
lo interpreta moderatamente (“carpe diem” )
e, seguendo il buonsenso comune,
argutamente si gode la vita
Con gli autori greci tratteremo della felicità
attraverso le
GRANDI STORIE D’AMORE senza tempo
Ero e Leandro, Protesilao e Laodamia, Piramo e Tisbe,
(filosofia a parte, il mondo greco aveva già capito tutto legando Eros e
Tanatos)
Insomma … la felicità passa spesso per l’amore, ma
questo è una malattia “bella”, se non fosse che
“Non c’è cura per l’amore, ma l’amore è la cura di
tutti i mali”
Storia della Sicilia, dei siciliani e della sicilianità
Docente:
prof. Stefano Milotta
Il corso di quest’anno verterà sul periodo storico
che va dal Seicento al 1713, anno in cui ebbe termine la dominazione
spagnola in Sicilia.
La Spagna, in seguito alla sconfitta subita nella
guerra per la successione al suo trono, dovette cedere la Sicilia a Vittorio
Amedeo di Savoia; questi, a sua volta, dopo sette anni, la passò all’Austria in
cambio della Sardegna.
Nel 1735 l’isola fu riconquistata dagli Spagnoli, ed
entrò a far parte del Regno delle due Sicilie, uno Stato indipendente,
presieduto da un Borbone, figlio del re di Spagna.
Di tali vicende i Siciliani subirono gli effetti, senza
avere esercitato alcun ruolo attivo. Non a tutti, comunque, toccò la stessa
sorte: alcuni furono oppressi da eccessiva tassazione, peste, carestie… altri
attuarono la rifeudalizzazione e costruirono palazzi e chiese secondo i canoni
del fasto barocco.
A conclusione della lunga dominazione spagnola (durata
quattro secoli), faremo un bilancio sulle condizioni della società siciliana
sotto gli Spagnoli e su quanto essa sia stata permeata dal cosiddetto
spagnolismo.
Ci occuperemo della progressiva riduzione del siciliano
da lingua colta a dialetto. Esamineremo le classi sociali, le condizioni della
Chiesa siciliana post-tridentina, il brigantaggio…
Trattando dell’influenza spagnola, cercheremo di capire
quanto gli aspetti deteriori, solitamente attribuiti ai Siciliani e ai
meridionali, fossero presenti nella Sicilia sotto la dominazione spagnola,
quanto essi siano da attribuire ai dominatori e quanto agli stessi Siciliani;
quanto essi fossero comuni agli altri Italiani nello stesso periodo e quale ne
sia stata l’origine.
La presentazione sarà, come nei precedenti incontri,
impostata in modo problematico, al fine di stimolare la partecipazione attiva
dei soci dell’UNITRE.
Il corso sarà così articolato:
Il Seicento; Dagli Spagnoli ai Borboni; La società siciliana sotto gli Spagnoli;
Spagnolismo e identità siciliana.
L’uomo creatore
del mondo materiale e
“metafisico”
(Il mondo, un mondo, tanti
mondi)
Docente: prof.
Filippo Longo
1)
INCONTRO INTRODUTTIVO SULLA NATURA
DELLA ANTROPOLOGIA
-
Oggetto e metodo dell’antropologia:
Scienze naturali, scienze umane e scienze sociali, etnografia, etnologia e
antropologia (fisica, culturale, spontanea, scientifica); la ricerca sul campo,
osservazione distaccata e osservazione partecipante.
-
Come, quando e perché nasce
l’interesse antropologico.
-
Storia delle correnti
antropologiche: l’impronta evoluzionistica, i classici, gli strutturalisti, i
programmi di ricerca del ‘900, l’antropologia contemporanea: dal tribale al
globale. Antropologia e sociologia: un confronto.
2)
LA CREAZIONE DEL MONDO: In
principio era il Verbo
-
Il mondo, il nostro mondo, il mio
mondo, il mondo altrui.
-
Mondo reale e mondo inventato.
Esiste un mondo reale? Se sì, come lo si coglie? Fatti e interpretazioni.
-
Il mondo delle idee: la presunzione
e i rischi del “perfetto”.
-
La genesi del linguaggio e la
“creazione” del mondo. Anche il bambino crea il suo mondo con l’acquisizione del
linguaggio.
-
I miti, ripetutamente raccontati
dagli anziani, “creano” ilmondo.
-
Il passaggio dalla natura alla
cultura: tanti popoli, tante culture, tanti miti, tanti mondi (cognitivi,
emozionali, sentimentali).
3)
LA CREAZIONE DEL SACRO:
L’uomo creò Dio a sua immagine e somiglianza
-
Il bisogno di trascendenza
nell’evoluzione umana e nello sviluppo dell’individuo; il postulato dell’aldilà
-
Gli dei a propria immagine: la
variabilità culturale degli attributi divini.
-
Politeismo e monoteismo; la
religione dei teologi e la religione popolare.
-
Religione e società: simboli e
riti; genealogia della morale; il bene e il male, il paradiso e l’inferno.
-
Filosofia, scienza e religione. Il
processo di secolarizzazione
La Letteratura fantastica, del
mistero e soprannaturale
Docente:
prof. Baldassare Carollo
-
Introduzione sulla letteratura del soprannaturale.
-
Lettura e commento di tre racconti scelti da Poe, Maupassant e
Lovecraft.
-
Dibattito, domande, partecipazione dell’uditorio
Una indagine tra Arte, Musica e
Poesia
Docente: prof.
Salvatore Lo Bue
Prima lezione:
W. A. Mozart. Lettura del “Flauto Magico”
Seconda lezione:
W. Shakespeare. Lettura de “La tempesta”
Terza lezione: Mahabharata: Il canto del Beato e le
figlie del Dharma.
Riflessioni sulla mistica indù.
Quarta lezione: Amore umano e amore divino. Dal cantico
dei cantici a Saffo.
I
Florio e i Whitaker: due dinastie di imprenditori a confronto
Docente:
prof.
Francesco Melia
Il corso dell’anno accademico 2017/2018 ha lo scopo di
ricostruire la parabola avventurosa e romanzesca di due delle famiglie
imprenditoriali più importanti della giovane industria italiana, i Florio e i
Whitaker, che sono state in grado di conquistare mercati e consensi nell’ Europa
tra fine Ottocento e i primi del Novecento. Le visibili tracce, che ancora oggi
incidono sul tessuto culturale, sociale e civile della Sicilia daranno avvio ad
una sorprendente ricostruzione dell’ambiente cosmopolita europeo di cui la
Sicilia fu teatro nei primi anni del Novecento.
Amnesty
International
Docente:
dott. Giuseppe Provenza
Come è noto la mission di Amnesty
International consiste nella difesa dei diritti umani, compito
che svolge in tutto il mondo intervenendo su temi quali la
libertà di opinione ed espressione, la pena di morte, la
tortura, la violenza su donne e minori, la discriminazione, la
povertà, sia con campagne generali sui temi, sia con azioni
specifiche volte a ripristinare i diritti violati nei confronti
di singole persone o gruppi.
Insieme all’attivismo così inteso,
Amnesty International svolge anche un’attività volta alla
diffusione della conoscenza dei temi relativi ai diritti umani,
sia nelle scuole, sia in altri contesti. Si tratta dell’attività
che prende il nome di “Educazione ai Diritti Umani” (EDU).
PRIMO INCONTRO:
Amnesty International: come è nata –
come lavora
Il concetto di Diritti Umani e la
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
La campagna “Coraggio” ed i difensori
dei Diritti Umani
SECONDO INCONTRO:
I diritti delle donne e la violenza
sulle donne
La Convenzione di Istanbul
TERZO INCONTRO:
Le migrazioni del XXI secolo
QUARTO INCONTRO:
Proiezione del documentario: “Come un
uomo nella terra”
Docente: Dott. Antonio Alfano
Conservazione
dei cereali in Sicilia nel medioevo
Storia e
archeologia a confronto
·
Docente:
dott Antonino Filippi
1.
I miti
possono raccontarci la Preistoria della Sicilia?
I miti sono solo racconti di fantasia,
invenzioni, oppure in essi si celano vicende reali che non sono
state descritte dalle fonti storiche? E ancora, quello che non
conosciamo della Sicilia prima della colonizzazione dei Greci,
nell’VIII secolo a.C., può aver lasciato traccia nei testi
mitologici riportati dagli storici ellenici e romani?
La relazione tenterà di rispondere a
queste due domande attraverso una rilettura dei miti con l’aiuto
delle testimonianze archeologiche, delle tradizioni
etno-antropologiche, ma anche di alcuni ritrovamenti
geo-paleontologici, con l’intento di tracciare, almeno a grandi
linee, un percorso “storico” della preistoria siciliana.
2.
La nascita dell’ineguaglianza sociale nel Mediterraneo
Sin dalle prime scoperte archeologiche
nel XIX secolo un certo filone di studi preistorici, divenuto
talvolta prevalente fra gli studiosi, riteneva che le società
umane, stanziatesi lungo le rive del Mediterraneo nel corso del
Paleolitico e del Neolitico, abbiamo vissuto in pace per
millenni condividendo le attività di caccia e di raccolta e,
successivamente, lo sviluppo dell’agricoltura; in quest’ultimo
caso, sotto l’egida di una comune divinità femminile, la Grande
Madre, garante della crescita dei frutti della terra.
La ricerca archeologica recente ha in
buona parte scardinato tali convenzioni, dimostrando come la
nascita di gerarchie locali e di conflitti, con il fine di
controllare il territorio e le sue risorse, hanno origini
lontane, forse già nel Paleolitico superiore. Tuttavia, sarà
solo con “l’invenzione” dei metalli lavorati che si creeranno
vere e proprie ineguaglianze sociali, con la nascita in tutto il
bacino mediterraneo di élite di potere che in alcuni territori,
come in Egitto o nel Vicino Oriente, porteranno allo sviluppo
delle prime strutture statali e nel Mediterraneo occidentale
alla nascita di società rette da un capo (chiefdom).
·
Docente:
prof. Ignazio Messana
1.
Lezione in sede:
“Demetra in Sicilia -Il santuario di
Monte Ferricini ad Alcamo-“
La
realizzazione di una fascia taglia fuoco su Monte Ferricini,
nell’estate del 2007, porto’ alla scoperta fortuita di un
consistente deposito votivo (statuette di terracotta,
unguentari, coppette, lucerne, ossa di piccoli animali, ecc.).
Il confronto con altri contesti simili, l’ampiezza e varietà del
culto di Demetra in ambiente siceliota e magnogreco,
concorrerebbero a identificare il sito con un santuario
dove doveva professarsi quel culto
di divinità femminili associate alla fertilità e alla
celebrazione di feste in onore di Demetra e kore.
2.
Visite
guidate:
-
Prima
visita
Solunto e la necropoli punica
Lo storico ateniese Tucidide (VI, 2, 6)
narra che, all’arrivo dei Greci, i Fenici, che fino ad allora
avrebbero abitato le isolette e i promontori della Sicilia, si
ritirarono nelle tre città di Mozia, Solunto e Palermo.
Il più antico insediamento soluntino venne saccheggiato e
distrutto, come ci narra Diodoro Siculo (XIV, 5; 78.7), agli
inizi del IV secolo da Dionisio I di Siracusa. La ricostruzione
della città avvenuta nel IV secolo è documentata
sempre da Diodoro (XX, 64, 4) che richiama l’episodio della
truppe di Agatocle accolte a Solunto nel 307 a.C. Nel 254
a.C., durante la prima guerra punica, Solunto si arrese ai
Romani (Diodoro, XXIII, 187) e in seguito Cicerone la nomina tra
le civitates decumanae che subirono le vessazioni di
Verre. Parte del patrimonio archeologico di Solunto è conservato
al Museo Salinas dove è possibile ammirare, tra l’altro, uno dei
gioielli delle sue preziosissime collezioni: la colossale statua
di Zeus, tra le più importanti testimonianze dell’arte
ellenistica.
-
Seconda visita
3.
Museo archeologico regionale
“Antonio Salinas”
Uno dei più importanti siti espositivi
d’Europa. Sede di una delle più ricche collezioni d’arte punica
e greca d’Italia.
4.
Catacomba paleocristiana di Porta
d’Ossuna
E’ la più
monumentale testimonianza del primo cristianesimo della città
di Palermo in età tardoantica. Si tratta di un vasto cimitero
ipogeo, posto nella depressione naturale del Papireto.
Donne newsmaker
Quanto, e come, la
stampa parla delle donne? - Buone e cattive pratiche
Docente:
prof. Benedetto Barranca
“Secondo
i risultati della quinta edizione (2015) del GMMP (Global Media
Monitoring Project) a fare notizia in Italia sono soprattutto
gli uomini, nei vecchi come nei nuovi media. Su un totale di 603
persone rilevate nelle notizie di stampa, radio e TV monitorate
in una giornata campione, le donne sono il 21%; su un totale di
445 persone nelle news online di Internet e Twitter, il
27%.
Se consideriamo i media tradizionali
che vengono monitorati da 20 anni, qualche progresso è stato
certamente compiuto: la presenza femminile è aumentata dal 7%
del 1995 al 21% del 2015. Ma siamo ancora al di sotto della
media globale del 24% e il processo è troppo lento: continuando
di questo passo (14% ogni 20 anni), serviranno più di 40 anni
per raggiungere una rappresentanza femminile paritaria”. Così
Monia Azzalini e Claudia Padovani, Coordinatrici per l‘edizione
italiana del GMMP 2015, commentano i dati riferiti al nostro
Paese. Dati che ribadiscono l’esperienza tutta italiana
realizzata nel febbraio/marzo 2014 e che hanno portato il Gruppo
di Lavoro Pari Opportunità del Consiglio Nazionale dell’Ordine
dei Giornalisti al varo di un manuale per una corretta
rappresentazione delle donne nell’informazione. (Da segnalare
che l’Ordine dei Giornalisti italiani ha fatto proprio il
decalogo dell’IFJ (International Federation of Journalist)
per un’informazione corretta e priva di pregiudizi).
In questo
quadro è nato l’Osservatorio permanente dell’Ordine Nazionale
dei Giornalisti con una mail dedicata per segnalare e denunciare
espressioni improprie, ma anche per sottolineare le “buone
pratiche”. La mail alla quale possono essere inviate le
segnalazioni è:
pariopportunita@odg.it
L’attività che proponiamo quest’anno è,
allora, orientata a conoscere e riflettere su:
i dati 2015 del Global Media Monitoring
Project (GMMP) che sull’argomento, dal 1995 ed ogni cinque anni,
conduce un apposito monitoraggio, con riferimenti anche alla
indagine condotta nella sola Italia nel 2014;
le linee guida dell’Ordine dei
Giornalisti d’Italia per una informazione corretta, obiettiva ed
imparziale;
il decalogo della Federazione
Internazionale dei Giornalisti (IFJ) per raccontare
correttamente i casi di violenza.
Questo, pertanto, il percorso:
1° incontro: Donne newsmaker: I dati
2015 del Global Media Monitoring Project
2° incontro: Donne newsmaker: Le
raccomandazione dell’Ordine dei Giornalisti
3° incontro: Donne newsmaker: Come
raccontare i casi di violenza - Il decalogo della Federazione
Internazionale dei Giornalisti (IFJ).
Nuove tecnologie
multimediali nella presentazione dei beni
culturali
Docente: prof. Aldo Accardi
·
Immunologia
1)
Le malattie autoimmunitarie
2)
L’AIDS
Docente:
dott.
Gaspare Ferrantelli
1)
Stile di vita e prevenzione
cardiovascolare
2)
Fattori di rischio
modificabili e importanza del loro controllo
·
Ortopedia:
Docente:
dott. Giuseppe Russo
-
Attività motoria e patologie osteoarticolari
Breve viaggio nel mondo nascosto delle epatiche e
dei muschi
Docente:
Dott.ssa
Fiorenza Provenzano
Tra i differenti gruppi di organismi
vegetali quello delle briofite, comprendenti le epatiche ed i
più noti muschi, è certamente tra i meno conosciuti dai non
specialisti.
Infatti, tutti conoscono genericamente
“il muschio” per il suo tradizionale uso nell’allestimento del
presepe e quale componente vegetale che, secondo quanto
riportato dall’iconografia classica e in particolar modo da gran
parte della letteratura per l’infanzia, ricopre il suolo, le
rocce e i tronchi degli alberi all’interno dei boschi.
Nell’opinione comune, dunque, questi vegetali non
presenterebbero un’evidente variabilità o differenziazione
morfologica e la loro presenza sarebbe legata a ben precise
condizioni ecologiche. Le cause di ciò sono da ricercare
indubbiamente nelle dimensioni in genere molto piccole di questi
organismi, che non sono pertanto oggetto di adeguata attenzione
e non stimolano attente osservazioni dei loro caratteri
morfologici; ma anche in una generale tendenza, ad oggi ancora
troppo diffusa nelle scuole, a realizzare percorsi didattici
quasi esclusivamente riguardanti le piante più appariscenti,
spesso con fiori, ed a trascurare tutti gli altri gruppi
vegetali, considerati di scarsa rilevanza.
Conseguentemente molte persone non
sanno che anche i muschi (e le epatiche) presentano una notevole
diversità di specie e vivono nei più svariati habitat, da quelli
umidi a quelli molto aridi; che svolgono molteplici ruoli negli
ecosistemi; che hanno avuto una notevole importanza nella storia
evolutiva dei vegetali essendo stati i primi organismi che hanno
colonizzato le terre emerse; che, come ormai tutti i viventi,
risentono dei drastici mutamenti ambientali apportati dall’uomo
al punto di rischiare in alcuni casi l’estinzione.
Durante i due incontri verranno
illustrati gli aspetti più significativi del mondo dei muschi,
così poco conosciuti in particolare nella regione mediterranea,
dove a causa dell’aridità estiva scarseggiano quelle foreste
umide che notoriamente li ospitano in grande abbondanza.