LA VITA È UN
ROMANZO
(e ognuno di noi ne è
ora protagonista ora vittima)
Progetti – sogni – successi –
delusioni – dolore - felicità
Docente: prof. Francesco
Benenati
L'anno
scorso citavo De Crescenzo:
“Mi sento come quelli a cui è stato concesso un
mese di ferie . . . e tre settimane son già passate”.
Ebbene?
Ne è passato un altro, di anno, e il bello è che
noi siamo qua
e i
CLASSICI sono sempre attuali ed eterni e aiutano a riflettere,
specie in questi tempi difficili.
Il programma si aggiorna dunque con:
Luciano (dialoghi dei morti) sec.
I a.C. uno spirito arguto e corrosivo che dialogando coi morti ci induce a
pensare a noi, vivi, oggi.
Lucrezio (De rerum natura) sec I°
a.C. Rimedi naturali “Contro il logorio della vita moderna. . .”
Empedocle – (Sulla Natura -
Purificazioni) sec V° a.C.
poeta lirico e filosofo di Agrigento del tempo in
cui eravamo Magna Grecia (e magna, detto una sola volta, significava solo
“grande” ...)
L'UNITRE, proponendo una libera offerta di varie
discipline,
Questa esula dalla mera erudizione e ci fa
apprezzare il Bello, le Arti, la Dignità dell’uomo.
In sintesi
risveglia quell' humanitas che ci insegnano i classici…
Storia della Sicilia, dei siciliani e della sicilianità
Docente:
prof. Stefano Milotta
Dopo che i Siciliani si sono liberati dagli
Angioini col moto del Vespro, e si sono “liberamente donati” agli Aragonesi
(argomenti trattati lo scorso anno), hanno ottenuto di essere governati da
un sovrano proprio, diverso dal re in carica in Aragona. Ma essi perdono
questa prerogativa all’inizio del 1400, quando passano sotto la diretta
sovranità del re d’Aragona, Martino il Vecchio.
Il corso di quest’anno verterà sulla Sicilia che,
nella condizione di vice-regno, diventa di fatto una provincia del Regno
d’Aragona nel Quattrocento e, dopo l’unificazione della Spagna, provincia
dell’impero spagnolo nel Cinquecento.
È il periodo in cui gli Spagnoli cacciano gli Arabi
dalla Penisola iberica, conquistando il Regno di Granada; espellono gli
Ebrei da tutti i loro territori; istituiscono il tribunale dell’inquisizione
di Spagna; finanziano la spedizione di Colombo e colonizzano l’America. I
Siciliani sono parte dei fasti dell’impero di Carlo V, in cui “non tramonta
mai il sole”, ma anche del suo declino sotto Filippo II; partecipano alle
guerre, ed in particolare alla battaglia di Lepanto, con cui viene bloccata
l’avanzata dei Turchi nel Mediterraneo.
A questo punto non sono più il Mediterraneo e il
Sud Europa il teatro dei grandi eventi storici, bensì l’Atlantico e il Nord
Europa: il Mare interno si riduce a semplice terreno di scontro di opposte
piraterie.
Ci soffermeremo
su come i Siciliani si pongano di fronte a questi eventi e quale ruolo
svolgano, nell’ambito di una condizione di progressiva marginalità.
Tratteremo dello strapotere dei baroni; dei tentativi dei borghi rurali di
liberarsene e di diventare demaniali. In particolare seguiremo le alterne
vicende di Alcamo, che per brevi periodi conquista lo status demaniale, per
tornare ogni volta sotto il dominio dei conti di Modica.
In particolare
concentreremo l’attenzione su due eventi che ci forniranno lo spunto per una
riflessione su problematiche di scottante attualità. L’espulsione degli
Ebrei ci farà riflettere su quanto la multiculturalità sia un tratto
caratteristico dell’identità siciliana. La perdita di centralità del
Mediterraneo ci consentirà di avanzare qualche ipotesi su quanto il destino
della Sicilia, per la sua collocazione al centro di quel mare, sia
strettamente legato al ruolo che nel corso della storia ha avuto il “Mare
Nostrum”.
Ora che il Mediterraneo è tornato al centro della
storia, in quanto teatro di una migrazione biblica; ora che popoli diversi,
accomunati dal bisogno, bussano alle porte dell’Europa come se fosse la
“terra promessa”, ma trovano solo muri e filo spinato, può la Sicilia,
essendo la prima porta d’ingresso in Europa, trasformare in opportunità
quell’esodo di massa, che assume sempre più i contorni di un grave problema?
Invece che dividersi nel solito scontro tra opposti
preconcetti, la riflessione sull’identità multiculturale della Sicilia e
sull’interdipendenza del suo ruolo con quello del Mediterraneo potranno
essere di stimolo ai soci dell’Unitre, perché ognuno si faccia un’idea su
tali problematiche. È importante che si discuta non sulla spinta di reazioni
emotive e disinformate, ma sulla base della conoscenza del passato, che, non
dimentichiamolo, è il presupposto per capire il presente e progettare il
futuro
La presentazione sarà, per quanto possibile,
problematica, in modo da stimolare la partecipazione dei corsisti, che
saranno chiamati, di volta in volta, ad esprimere la loro opinione.
Anima antica
Platone e storia del
dualismo
Docente: Dott.ssa Melania Piccichè
Il termine “psiche” (dal greco antico psyché,
anima), si è affermato nel suo odierno significato di “mente” dopo una lunga
storia. All'esordio di questa si colloca quale contributo fondamentale la
produzione di Platone. Al celebre pensatore è attribuita la prima vera
teorizzazione di quella configurazione concettuale che si determina come
dualismo anima/corpo, nonché il divorzio che da questa consegue fra la
dimensione materiale e quella metafisica. Il corso affronterà la teoria
dell'anima in Platone attraverso la lettura di passi tratti da alcuni
dialoghi, ripercorrendo alcune delle immagini più celebri e caratteristiche
di tutta la storia del pensiero occidentale.
A distanza di millenni le suggestive metafore
platoniche sull'anima influenzano ancora il nostro immaginario.
Docente: Prof. Salvatore Lo Bue
Primo incontro:
La rivoluzione induista.
La storia di SAVITRI e il
Mahabharata
Secondo incontro:
La buona novella dell’amore
I sette segni del vangelo di Giovanni
Terzo incontro:
Il misticismo medio orientale
E l’opera mistica di Rumi
Poesie
Lettura e analisi del testo
di alcune tra le più belle poesie della letteratura mondiale
Docente: prof.
Baldassare Carollo
Strategie
di presentazione nei musei di archeologia
Docente: prof. Aldo Accardi
Il contributo della sociologia
allo studio dei gruppi
Docente: prof. Michele Mannoia
Configurazioni familiari tra
rischi e risorse: legami e relazioni negli attuali scenari sociali
Docenti: Dott.ssa Angela M. Di Vita
e dott.ssa Valeria Granatella
Nel primo incontro tratteremo, con una
metodologia teorico esperienziale, il tema della separazione, delle famiglie
ricostituite e dell’adozione.
Il secondo incontro riguarderà le famiglie
migranti tra tradizione e adattamento
Docente: Dott.ssa Antonina Stellino,
Archeologa
Primo incontro:
Introduzione all’archeologia. Elementi di base: il
mestiere dell’archeologo, metodi di ricerca e studio. Ricognizione, cos’è?
Lo scavo stratigrafico: inquadramento base di uno scavo archeologico.
Ricostruzione archeologica delle società antiche presenti nel territorio di
Alcamo, in particolare cenni e confronti delle aree archeologiche: le
Fornaci romane, Calatubo e Monte Bonifato.
Secondo incontro:
Le recenti scoperte archeologiche di Monte
Bonifato, scavi condotti dalla Dott.ssa Antonina Stellino nel 2014. Un
progetto europeo del Libero Consorzio di Trapani, per la Valorizzazione
della R.N.O. Bosco d'Alcamo. Si porrà particolare attenzione alle fasi che
hanno caratterizzato lo scavo archeologico presso l'abitato
pluristratificato (dal IX secolo a.C. al XIII secolo d.C.), quartiere
extraurbano sul versante est del Monte. Inoltre all’interno dello stesso
progetto ci si è occupati del recupero, della valorizzazione e del restauro
delle cisterne A e B del XIII secolo d.C., all'interno dell'antico abitato
medievale di Monte Bonifato.
Terzo incontro:
Le Fornaci Romane di contrada Foggia di Alcamo.
L'attività presso questo impianto produttivo si è svolta tra la fine del I
sec. a.C. fino alla metà del V sec. d.C. L'impianto industriale assume un
ruolo importante durante l'Impero Romano soprattutto per la fabbricazione
delle Dressel 21-23, contenitori dei prodotti tipici del nostro territorio,
come il grano, l’olio ed il vino
Sono previste due uscite sul territorio:
Archeotrekking sul Monte Bonifato e presso l’area archeologica delle Fornaci
Romane in c/da Foggia
Docente: prof. Ignazio Messana
Prima visita:
L’area archeologica Cave di Cusa, in territorio di
Campobello di Mazara, è una cava estesa due Km circa da cui i Selinuntini
estraevano il materiale per edificare i grandiosi templi della città.
È un cantiere di lavoro ricco di fascino e bellezza
che offre al visitatore l’ultimo fotogramma di un mondo che si arrestò
all’improvviso nel 409 a.C.
I Cartaginesi conquistarono, dopo cinque giorni di
assedio, Selinunte distruggendo tutto, uccidendo 16.000 cittadini e
deportandone 5.000. I cavatori lasciarono i segni del loro lavoro come se
avessero dovuto riprenderlo il giorno successivo. È un luogo fortemente
suggestivo che induce lo spettatore a pensare che il tempo si sia fermato
nel lontano 409 a.C. quando la città, colta di sorpresa, fu distrutta.
Seconda visita
Cefalà Diana
(le terme, il castello, la necropoli)
L’attuale comune
di Cefalà Diana, distante 36 Km da Palermo, è stato fondato nel XVIII secolo
dalla famiglia Diana. Il toponimo compare nei privilegi di fondazione delle
chiese episcopali di Mazara e Agrigento (1093). La menzione alla fine
dell’XI secolo documenta l’esistenza di Cefalà almeno nell’ultima età
musulmana, mentre il toponimo chiaramente greco (Kefalè, “capo”,
“sommità” o Kefalè potamou, “sorgente”) rimanda ad origini molto
più antiche.
Le terme
È una bellissima, unica e suggestiva struttura
termale di epoca islamica predisposta e attrezzata fin dall’antichità per
dare cure e sollievo.
L’edificio, all’interno di un baglio
cinquecentesco, si presenta come una robusta costruzione in pietra minuta
amalgamata con malta. Le facciate sono decorate da una interessante
iscrizione araba in caratteri cufici; all’interno, la vasca “dell’emiro”, le
nicchie per la posa degli indumenti e un muro a tre archi sostenuti da due
esili colonnine di marmo.
Il castello
Un documento del
1121 ricorda una viam castelli cognomento Cephalas. A Cefalà esiste quindi a
quella data un castellum.
La struttura attuale, sovrapposta alla precedente
costruzione di epoca normanna, è stata edificata tra il XIII e il XIV secolo
e sfruttata in origine (1329) dai Chiaramonte come maniero difensivo
sull’asse viario medievale Palermo-Agrigento.
La necropoli bizantina
Su un
affioramento roccioso calcarenitico sono scavate una necropoli sub divo e
cinque arcosoli.
In collaborazione col centro
di cultura cinematografica
“Segni nuovi”
Coordinano
Francesco Benenati – Ernesto
D’Angelo – Giuseppe
Docente: Ernesto D’Angelo
Terza annualità
di quella specie di fanìa ieratica del Cirannino del Bignami di una
qualsiasi "Breve storia del cinema" (già parzialmente svolta nelle due
annualità pregresse con incedere di supposto elegante zoppo incedere), il
corso si ostina a prefiggere il sempre più ingrato obiettivo di narrare in
altri quattro incontri (la fatica, ormai, prefigura Sisifo!), ed in modi
tendenti sempre più all'edutainment piuttosto che ad un abbozzo di statuto
epistemologico (anzi eludendo vigliaccamente ogni presunta scientificità
della trattazione, pur ossequiando blandamente una certa rigorosità
formale), un'altra porzioncina della storia della "settima arte",
prendendo le mosse da un grande maestro della commedia sofisticata (anzi, la
inventò), passando per il più geniale e proteiforme (nell'eloquio filmico)
regista italiano, focalizzando l'attenzione su una stagione culturale,
politica ed industriale assai progettuale e propagandistica del nostro
cinema, per terminare con chi, prendendo spunto da un'intuizione
dell'Ariosto (e altri), seppe fare i film americani, molto meglio degli
stessi statunitensi. Dilatandone, a dismisura, il lessico e la sintassi.
Nelle immagini e nei dialoghi.
Gli argomenti trattati saranno:
Tra “Cronaca” e “Storia”
Docente: Prof. Benedetto Barranca
Esiste una
differenza tra la “cronaca” e la “storia”? La “cronaca” è di per sé
“storia”?
A questi ed altri interrogativi cercheremo di dare
una risposta soffermandoci sui diversi settori in cui si è soliti
suddividere la cronaca e, per legarci alla storia, rivisitando quanto si
verificò a Partinico il 16, 17 e 18 maggio 1860, in occasione della
“Spedizione dei Mille”: quell’evento è classificato, per come lo
ricostruisce “certa” cronaca e “certa” storia, come l’“Eccidio di
Partinico”.
Ma fu realmente e solo un feroce evento di “cronaca
nera” o non fu piuttosto una vera e propria battaglia?
Quale sarebbe stato il
destino della Spedizione dei Mille se il generale Landi, come gli era stato
ordinato, si fosse piazzato militarmente
a Partinico ad aspettare i garibaldini per impedire loro l’avanzata verso
Palermo?
La “cronaca” dell’epoca raccontò i fatti con lo
stesso tono e con lo stesso taglio? O taluni episodi vennero discriminati
perché non funzionali al progetto dell’annessione al Piemonte?
Recentemente, un reportage del quotidiano “La
Repubblica” ha sottolineato, ancora una volta, la “crudeltà” dei cittadini
di Partinico descritti come “massacratori” dei soldati borbonici, i cui
cadaveri hanno (?) poi dato alle fiamme o in pasto ai cani, rifacendosi
così, come hanno fatto altri in passato, solo a “spiccioli” di una cronaca
di parte dell’epoca che, a nostro avviso, è confutabile.
Nella nostra proposta, allora, c’è un percorso che
da un lato proverà a chiarire cosa significa fare “cronaca” e cosa significa
costruire la “storia” e dall’altro racconterà i “fatti” di Partinico cosi
come sono stati descritti dai “cronisti” al seguito di Garibaldi mettendoli
a confronto fra di loro e con documenti dell’epoca.
Riserveremo, poi, uno spazio a talune note di
costume della cronaca dei Mille che ci aiutano a capire meglio come eravamo
e come eravamo visti.
Questo il cammino:
1° Incontro
Introduzione ai concetti di: “annali”, “cronaca” e
“storia”
La ricostruzione del “fatto”: lo scontro tra i
partinicesi e l’esercito borbonico del 16 e 17 maggio 1860.
2° Incontro
L’analisi: la collocazione del fatto di cronaca nel
contesto storico.
3° Incontro
Note di costume: curiosità nelle cronache dei
Mille.
L’Ottocento – Alcamo nella storia e
nell’arte
Docente:
prof.
Francesco Melia.
Il tema dell’anno
accademico 2016/2017 riguarderà l’Ottocento alcamese visto attraverso due
importanti artisti: Giuseppe Renda (1772 -1805) e Giuseppe Patania (1780
-1852).
Il primo ha operato in molte chiese e palazzi della
città di Alcamo, il secondo si è distinto nella medesima città per aver
realizzato i dipinti presso il santuario della Madonna dei Miracoli ed il
ritratto del barone Felice Pastore di Rincione (1786 -1862).
Di quest’ultimo
si analizzerà il
ruolo di attivo committente al pari degli arcipreti Benedetto Mangione (1776
-1801) e Stefano Triolo Galifi di Sant’Anna (1805-1820).
·
Immunologia
Docente:
prof.
Francesco Dieli
1)
IL micro
bioma: come i batteri influiscono sulla nostra salute.
2)
I farmaci
biologici e il sistema immunitario.
·
Geriatria
Docente: dott. Mariano Cusumano
Prevenzione nella senilità e prevenzione della senilità
Per programmare un’efficace prevenzione
dell’invecchiamento che tuteli la salute e permetta non tanto la longevità,
ma una sopravvivenza con una gratificante qualità di vita e il meno sofferta
possibile, è necessario partire da corrette conoscenze degli aspetti delle
manifestazioni epidemiologiche, dei problemi della salute pubblica, e di
quelli dell’ambiente naturale. Pertanto, per contrastare efficacemente gli
effetti dell’invecchiamento, è necessario individuare in modo preciso gli
stati di bisogno più impegnativi e più ricorrenti nell’anziano
· Ortopedia
Docente: Dott. Giuseppe Russo
Prevenzione e terapia nell’osteoporosi e osteoartrosi